Ma cosa porti, bel Cavaliere?

Proprio ieri dicevo che sto guardando negli occhi i miei bisogni e i miei desideri. E oggi arriva il Cavaliere di Coppe. Qualcuno mi porterà qualcosa di bello, e ci spero tanto. Oggi, a dir la verità, mi è arrivato un invito inaspettato, e ho gioito molto nell’accettarlo, così, su due piedi. Questo personaggio mi dice di regali, mi racconta una storia di riconoscimenti. Ecco l’aspettativa in agguato, dietro le belle parole. Ebbene sì, cari vecchi schemi (non bisogna avere aspettative!), care idee un po’ demodé indiscutibili per una femminista del ’77, care protezioni che mi sono costruita intorno per non essere disillusa: ho un sacco di aspettative, spero molto nel mio futuro, per quanto corto, lungo, piccolo o grande sia. Quindi Cavaliere di Coppe sbrigati ad arrivare, la vita è breve. Stasera sono golosa di riconoscimenti, avida di corteggiatori, bramosa di celebrità.

Questa corona del ridente, questa corona tutta di rose: io mi posi sul capo questa corona, io santificai la mia risata. Nessun altro trovai oggiabbastanza forte per questo. Zarathustra il danzatore, Zarathustra il leggero, che fa cenni con le ali, pronto al volo, uno che fa cenni a tutti gli uccelli, disposto e pronto, beato di essere così leggero. Zarathustra che predice il vero, Zarathustra che ride il vero, non un impaziente, non un incondizionato, ma uno che ama salti e scarti; io mi posi sul capo questa corona.

Friedrich Wilhelm Nietzsche – Così parlò Zarathustra

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L’esplosione

Tanto tuonò, che finalmente piovve! Oggi c’è stata un’esplosione che da tempo doveva accadere. Finalmente ecco arrivare il Cavaliere di Spade, a ricordarmi che ho pur sempre l’ascendente nel segno dell’Ariete, e che l’energia combattiva non manca, da queste parti. Da giorni stavo lottando contro la sensazione di essere invischiata in un liquido torbido, di essere il perno di troppe responsabilità, di dover sempre accontentare tutti e tutte, e di mettere me all’ultimo posto nella scala delle priorità.
¡Ya basta! Adesso troverò il bandolo della matassa, come al solito, con calma e attenzione, e uscirò da questo bozzolo opprimente. Benvenuta energia, benvenuto Cavaliere di Spade! Vado controvento ma va bene, a volte bisogna tagliare la corda.

Cingiti i fianchi come un uomo forte; io ti interrogherò, e tu mi risponderai: Vuoi tu sconfessare il mio giudizio? Vuoi tu condannarmi e affermare che hai ragione? Possiedi tu un’arma come Dio? Puoi tuonare con la tua voce come Lui? Ornati della sua maestà e della sua perfezione; e circondati di gloria e bellezza. Allontana i superbi con l’impeto della tua ira: e osserva l’orgoglioso e umilialo. Osserva gli orgogliosi e avviliscili; e schiacciali dovunque essi siano. Nascondili insieme nella polvere; e sommergi i loro volti in segreto. Allora io ti confesserò che anche la tua stessa mano può salvarti.

Giob 40,7-14.

Una Regina, un Cavaliere e la Ruota della Fortuna

Questa sera le carte sono tre. Un Cavaliere di Bastoni, pieno di fuoco, una Regina di Denari, meditativa e serena, e la Ruota della Fortuna. Mi è piaciuto vedere questo maschile potente vicino a questo femminile evoluto, e insieme a loro il destino che gioca a rimpiattino. C’è un rincorrersi, un evitarsi,un gioco di seduzione che non si sa dove porterà, ma il bello è proprio questo. Rappresenta forse la forza che mi muove, in questi giorni, la voglia di sentirmi nuovamente vulnerabile, aperta agli scherzi della vita. E’ decisamente eccitante sentirsi coraggiosa, pur nella semplicità, col sorriso di chi è in pace ma vuol giocare le sue carte. Il vento mi sta ancora scompigliando i capelli, e mi piace.

Non ci si strappa via la pelle che pareva la nostra senza soffrire. Non ci si stacca facilmente da quello che siamo state, qualcosa dura e si torce. Non ci si accomoda in una forma imprevista senza la paura dell’inaadeguatezza. Il sentimento gioioso della liberazione prevale, ma l’anestetico della gioia non cancella la realtà del taglio.

Elena Ferrante – L’invenzione occasionale

Parola d’ordine: allegria!

Oggi c’è stato chi ha portato allegria nella mia quotidianità. Il Cavaliere di Denari mi ricorda proprio questo, chi porta leggerezza, risata e voglia di avventura. Infatti la giornata è stata scandita da incontri sereni, di luce. Ci sono stati incontri reali, con persone simpatiche e energetiche, e chat virtuali con amici che stanno riscoprendo la loro vitalità, presi da nuovi desideri e da nuove sfide. Ecco che, per comprendere il dilemma che ieri mi si presentava, è arrivata la risposta: l’allegria. Con le antenne alzate, in attesa dei segni,ho ricevuto risposta. Non ci sono dubbi, bisogna curare il lato gioso come si cura quello disciplinato, bisogna aggiungere il gioco alla consuetudine.

Aiuto, la mia armatura è in fiamme!

Pronta, alla conquista delle piramidi d’Egitto, sono in cammino, anzi al galoppo verso nuove avventure. Il Cavaliere di Bastoni, però, brucia! La sua protezione è consumata dalle fiamme, alimentate anche dal vento che produce montando il suo cavallo veloce. Eccomi, ancora una volta a disposizione dei mutamenti, con la sensazione di essere in procinto di distruggere qualsiasi riparo costruito faticosamente in anni di controllo, precisione, attenzione alle reazioni degli altri. Me ne sto infischiando, di quello che gli altri pensano di me, delle mie azioni, di quello che sono e che mi piace essere. Aiuto! Tutto questo mi porterà certamente alla rovina. Definitivamente. E mentre faccio questi pensieri continuo a cavalcare, mi piace il vento sulla faccia e sento il calore dell’armatura che brucia, non mi interessa. I am what I am.



I Am What I Am
Gloria Gaynor
I am what I am
I don’t want praise, I don’t want pity
I bang my own drum
Some think it’s noise, I think it’s pretty
And so what if I love each sparkle and each bangle
Why not try to see things from a different angle
Your life is a sham
Till you can shout out
I am what I am
I am what I am
And what I am needs no excuses
I deal my own deck
Sometimes the aces sometimes the deuces
It’s one life and there’s no return and no deposit
One life so it’s time to open up your closet
Life’s not worth a damn till you can shout out
I am what I am
I am what I am
And what I am needs no excuses
I deal my own deck sometimes the aces sometimes the deuces
It’s one life and there’s no return and no deposit
One life so it’s time to open up your closet
Life’s not…

La classica buccia di banana.

Il vento va in una direzione, e io, ostinata, vado in direzione contraria. Stasera questo Cavaliere di Spade mi mostra, in tutto il suo fulgore, la mia inadeguatezza. Ci sono relazioni di cui non ho mai voluto capire niente, e ogni volta faccio disastri. Anche oggi mi è capitata una situazione del genere, mi sono resa conto di un film lungo una vita costellato di momenti in cui ho reagito in maniera del tutto inconsapevole. O meglio, mentre io credevo di fare ciò che dovevo per non scontentare nessuno, mi comportavo seguendo gli ordini del mio sabotatore interiore. Mi sono fatta ingannare, oltretutto da me stessa, e ora sono arrabbiata per questa inconsapevolezza. Non c’è nulla che posso fare, se non constatare l’errore.

Il sè ha un bisogno paradossale dell’altro, infatti il sè cerca di porsi come entità assoluta, indipendente, eppure, per essere riconosciuto, deve riconoscere che l’altro gli somiglia. Deve essere in grado di trovare se stesso nell’altro. […]

Eppure ogni volta che agisce nega l’altro, vale a dire che, se riesce a incidere su di lui, l’altro non è più identico a prima. Per conservare la propria identità, l’altro resiste alle azioni del sè anziché riconoscerle (“Nulla che tu faccia o dica può incidere su di me, io sono quello che sono”).

Jessica BenjaminLegami d’amore

Un portatore di ricchezza

Il sole è alto, in questa bella giornata di primavera, e un bellissimo Cavaliere bussa alla mia porta. Buongiorno, gli dico, qual buon vento? E lui, con un sorriso serafico, mi porge un denaro lucente, senza nemmeno scendere dal suo destriero che sbuffa impetuoso. Me lo sono meritata? Non necessariamente, risponde lui. Devo fare qualcosa? Nulla, è un dono.

A volte la vita è gratuita, i regali arrivano e basta. La mela è matura, cade dall’albero. Il fiore sboccia, e la meraviglia invade i nostri occhi.

Grazie.

Vi è chi dona con gioia, e la gioia è la sua ricompensa. E vi è chi dona con pena, e la pena è il suo battesimo. E vi è infine chi dona senza pena, e non cerca gioia nè si cura della virtù; è come il mirto, laggiù nella valle, che sparge nell’aria il suo profumo.

Dio parla attraverso le mani di costori e dietro i loro occhi Egli sorride alla terra.

Kahlil Gibran – Il Profeta