
Me ne sto seduta fra le colonne del Tempio di Re Salomone, fra Boaz e Jakin. Il Re sapiente mi permette di stare qui, perché sono la carta n. II – La Papessa. Fra melagrane e libri misteriosi la mia veste azzurra fa risaltare l’essenzialità del mio femminile. Una giornata dedicata allo studio, in solitudine, come La Papessa. Non è accaduto molto, ho camminato lenta dentro al tempo, rispettando l’ordine ciclico della madre Terra. Ho provato a fermarmi ad ascoltare, ad annusare le foglie, a guardare la pioggia scendere dal cielo. Il sole è sorto, ha fatto tutto l’arco celeste, ed è già tramontato. Il primo giorno in cui tramonta un pochino prima, il giorno dopo il Solstizio d’Estate. Ho guardato tutto e non me ne sono fatta un’opinione. Troppa fatica mi sarebbe costato adeguarmi ancora una volta al ritmo del mondo. Oggi sono libera, ogni momento è mio.
La sottile falce della luna nuova brillava a occidente di Avalon. Morgana saliva lentamente, silenziosa e pallida come la luna vergine. Teneva le palpebre chiuse e si muoveva senza sbagliare lungo il sentiero, senza bisogno della vista. […]
Salirono al crepuscolo. Poche stelle brillavano nella volta d’indaco. Le pietre del cerchio erano grige e irradiavano n chiarore esile… non era una fiamma, ma un fuoco fatuo che nasceva all’interno del cerchio magico.
Marion Zimmer Bradley – Le nebbie di Avalon