Toh, una rosa bianca!

Dedicato a tutti quelli che pensano che il mondo sia una cosa seria, a quelli che vorrebbero mettermi paura, a quelli che mi fanno pensare e uscire da me, dalla mia verità schietta, onesta e adamantina. Colgo la rosa bianca con la mano sinistra, e porto il mio fagotto senza paura del domani, di ieri, vivo oggi e ciao a tutti. Benvenuta carta n. 0 nella mia vita,benvenuto Matto! Finalmente un po’ di euforia senza costrutto e senza regole, in questi giorni che vorreste bui, per me. Invece no, le avversità mi si addicono, rendono il cammino eccitante e variegato. Quindi se pensate di mettermi all’angolo, vi sbagliate, nella mia stanza c’è solo cielo, non ci sono angoli. Se pensate di farmi sentire in gabbia, mi spiace per voi, ma non ci sono sbarre nel mio spazio, c’è il sole di giorno e di notte la luna. Il cane abbaia per avvertirmi, ma è complice vostro. Non lo starò a sentire, continuerò a camminare gustandomi l’aria frizzantina della montagna.

Io temo tanto la parola degli uomini.

Dicono tutto sempre così chiaro:

questo si chiama cane e quello casa,

e qui è l’inizio e là è la fine.

[…]

Vorrei ammonirli, fermarli: state lontani.

A me piace sentire le cose cantare.

Voi le toccate: diventano rigide e mute.

Voi mi uccidete le cose.

Rainer Maria Rilke – tratto da Poesie giovanili

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Trallalero trallalà

Una carta spensierata, chissà da dove viene. Sarà perché dopo aver fatto il mio dovere con questo, aver provveduto a codesto, e infine essermi presa delle responsabilità su quell’altro, posso finalmente rilassarmi e guardare al mondo senza preoccupazioni. Va bene così, essere impegnata mi fa piacere. Oggi, però, è stata una giornata in cui ho effettivamente goduto di un po’ di tempo libero. Sarà questo il motivo della comparizione della carta n. 0 – Il Matto, che prelude a un momento di irrazionalità. In effetti desidero scrollarmi dalle spalle alcuni pesi, ma ogni giorno mi ripeto che non si può aver tutto dalla vita. Che sia arrivato il momento della ribellione? Della catarsi liberatoria?

Il Matto col piede nell’abisso ricorda una famosa parabola di Buddha: ” Un uomo che camminava per un campo si imbattè in una tigre. Si mise a correre, tallonato dalla tigre. Giunto a un precipizio, si afferrò alla radice di una vite selvatica e si lasciò penzolare oltre l’orlo. La tigre lo fiutava dall’alto. Tremando, l’uomo guardò giù, dove, in fondo all’abisso, un’altra tigre lo aspettava per divorarlo. Soltanto la vite lo reggeva. Due topi, uno bianco e uno nero, cominciarono a rosicchiare pian piano la vite. L’uomo scorse accanto a sé una bellissima fragola. Afferrandosi alla vite con una mano sola, con l’altra spiccò la fragola. Com’era dolce!” Cm’è profumata la rosa che il Matto tiene in mano! Il Matto è sull’orlo dell’abisso al di fuori dello spazio e del tempo.

Prembodhi e Rajendra – Il Tarocco intuitivo