Una giornata interlocutoria

Oggi me ne sono stata lì, calma, serena e in pace, ad aspettare gli eventi, che, peraltro, non sono arrivati. Nel senso che è stata una giornata tranquilla, anche allegra, senza troppi scossoni. Come in questo Quattro di Coppe, però, c’è attesa. Alcune cose sono finite, è chiaro. Ma stanno lasciando spazio a un nuovo che non è ancora arrivato. Quindi la serenità di oggi era all’erta, attenta ai segnali che stanno manifestandosi in abbondanza. Le coincidenze sono numerosissime. Per esempio ieri pensavo a un progetto e oggi mi è arrivata un’email dell’associazione alla quale volevo proporre la cosa. Oppure penso a una persona e la incontro. Ognuna di queste situazioni mi sta raccontando una strada, che intravedo solamente, non è chiara. Ma il percorso è diverso dal solito, è fuori dalla mia comfort zone. Mi eccita e mi spaventa. Vado avanti.

“Il metodo indiziario si configura allora come un problema di carattere filosofico. Le tracce trovano sistemazione in una trama più vasta, dove il dettaglio conquista il suo spazio di senso. La pratica indiziaria non significa, dunque, rinunciare alla totalità, a un suo logos, ma guadagnare una nuova e altra visione del mondo storico. Lo slancio intuitivo ci permette di abbandonarci alla fitta trama, alla sottile tessitura degli indizi, ma per poter poi tornare sani e salvi, vincenti, dalle nostre avventure intellettuali, dopo aver catturato la preda, tanto a lungo e conastuta pazienza inseguita, prima di farla cadere in trappola”.

Marco Bertozzi – Il detective melancolico e altri saggi filosofici

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Conservare l’energia

In questi ultimi giorni mi torna alla mente una frase che mi fu rivolta, tanti anni fa, dalla mia tutor alla Osho Mistery School, dove avevo intrapreso un percorso di crescita. Ero molto emozionata di questa nuova fase della mia vita, e con lei parlavo molto, ero molto eccitata. A un certo punto mi disse: “Ecco, vedi dove disperdi l’energia? Con tutte queste parole non hai nemmeno il tempo di sentire cosa vuoi veramente dire”. Non so che senso avesse per lei dirmi queste cose, ma per me ascoltarle ne ha avuto molto. Questo Quattro di Denari oggi mi ricorda quel momento, e mi aiuta a non sprecare parole, ma ad ascoltare in silenzio. Il momento è prezioso, e non mi sembra che condividere, in questa fase, per me significhi parlare con le persone. Sento invece che aprire uno spazio di silenzio aiuta il cuore a fiorire, e a fiorire insieme. Si è aperto uno scorcio per un nuovo punto di vista, e non me lo lascerò scappare.

Trenta raggi convergono sul mozzo, ma è il foro centrale che rende utile la ruota. Plasmiamo la creta per formare un recipiente, ma è il vuoto centrale che rende utile un recipiente. Ritagliamo porte e finestre nella pareti di una stanza: sono queste aperture che rendono utile una stanza. Perciò il pieno ha una sua funzione, ma l’utilità essenziale appartiene al vuoto.

Lao Tzu

Rilassiamoci. Felici qui e ora

E’ stata una settimana faticosa. A volte non sono stata neppure in grado di far fronte alle richieste che mi venivano dagli altri: la mamma che si lamenta, il lavoro che mi vuole tutta, i problemi delle tubature,la casa allagata. Insomma oggi ho proprio fatto come questo Quattro di Bastoni, mi sono presa un momento di fuga da tutto questo, e con un’amica me ne sono andata al mare. Ahhh, come è facile uscire dallo stress! In realtà è più facile uscirne che entrarci. Basta un pochino di affettività, la Natura che regna sovrana intorno a me, con l’acqua del mare che mi bagna e la sabbia che brucia sulla pelle che scotta. Ecco che torno nella verità, in quella dimensione animale che è come un ricostituente per il mio essere, Tutti questi pensieri sono solo confusione, è il mio corpo che è nel giusto. Quindi danziamo qui e ora con gli amici, con le amiche, e doniamo il fiore dell’amore.

Aristotele ha formulato una definizione molto originale e molto giusta dell’amicizia. Un amico, per l’autore dell’Etica Nicomachea, è qualcuno che ci rende migliori. A contatto con lui ci sentiamo bene, facciamo progressi, diventiamo più intelligenti o più sensibili, ci apriamo a dimensioni del mondo o di noi stessi che prima non conoscevamo. L’amico, secondo Aristotele, è colui che ci consente di attuare le nostre potenzialità; grazie a lui, o meglio, grazie alla relazione che intratteniamo con lui, sviluppiamo realmente, in atto, quei talenti di cui disponevamo solo in potenza.

Charles Pépin – La fiducia in se stessi

Festa! Amici!

Sarà il venerdì sera, sarà che le vacanze sono vicine, ma questo Quattro di Bastoni capita proprio a fagiolo. Il caldo fa un po’ dimenticare i doveri, e ci spinge a vedere gli amici, le amiche, a giocare insieme sull’aia fuori casa, sulla strada. E’ una carta tranquilla, questo Quattro, racconta di stabilità, di affetti sereni e sicuri, di pochi grilli per la testa e tante risate. Da un po’ di tempo frequento delle persone così, e mi piace averci a che fare. Stiamo crescendo e sperimentando insieme, mi sento di dare valore a quello che sta succedendo. Per il momento il luogo della festa è la strada, ci troviamo fra gelati, ciliegie, cioccolatini e prosecco, facciamo sogni concreti. I gatti ci fanno le fusa intorno e le gardenie profumano la notte. Noi intanto scaviamo e ridiamo, costruiamo e distruggiamo. Poi creiamo.

Prestate attenzione a qualunque messaggio possa portarvi una coincidenza. Imparate a cercarne il significato. Quale idea vi fa venire inmente? Perché è arrivata proprio adesso? Se vi sembra deludente, quali risvolti positivi potrebbe avere? Quale azione vi suggerisce? […] I sogni e gli obiettivi a cui siete profondamente legati fanno parte dello scopo che vi ha condotti a questa esistenza. A volte mettiamo da parte sogni e fantasie nella convinzione che siano irrealizzabili anche se terribilmente allettanti. Forse dentro di noi siamo convinti di non meritare una vita così bella. […] il vostro desiderio di cambiare il mondo è legato alle capacità che possedete e agli avvenimenti che vi hanno influenzato fino a oggi. Se diventate più aperti alle coincidenze e disposti a esaminare il loro eventuale messaggio, per voi sarà sempre più facile capire quali sono le azioni giuste da compiere.

James Redfield – Guida alla Profezia di Celestino

Espansione e contrazione

Dopo una grande apertura non può non esserci un momento di raccoglimento. Oggi è stato un giorno così: ho riguardato mentalmente tutto quello che ieri, giorno di esposizione verso gli altri, è accaduto. Mi sono criticata e mi sono lodata. Ora è il momento del guardare dentro, di tenersi bens tretti i successi e anche le paure, le autocritiche. Tutto il mio mondo è al centro, e la mia sfera individuale senz’altro domani aprirà le sue porte al mondo, nuovamente. Per oggi è così, non son stata generosa, ho solo cercato di nutrirmi e nutrirmi bene, l’anima.

[…] in questo cammino vorrei innanzitutto distinguere la solitudine interiore, la solitudine dell’anima, la solitudine creatrice e la solitudinedolorosa, la solitudine negativa, lasolitudine-isolamento. […] Nella solitudine interiore, che rinasce sulla scia di esigenze portatrici di riflessione e di meditazione, di serenità e di speranza, non si delineano se non differenze emozionali legate alla maggiore o minore profondità e radicalità del vissuto.

Eugenio Borgna -La solitudine dell’anima

Le acque si sono calmate

Come sempre, dopo la tempesta le acque si calmano. Questo Quattro di Coppe mi suggerisce di stare tranquilla, di stare a vedere cosa succede. Una carta di attesa, insomma, di non azione verso l’esterno. Aspetterò fiduciosa che si manifesti un segno del prossimo passo da intraprendere, e nel frattempo rimango serena e faccio ciò che devo e che posso al meglio delle mie possibilità. Quindi, ancora una volta, la situazione non è nel mio controllo. Sto aspettando che si manifesti qualcosa, anche se non so bene cosa (se lo sapessi la mia abilità manipolatoria sarebbe già in funzione). Rimango con i sensi all’erta e lo spirito in pace, senza aspettative. Al mio ritorno dal Osho Festival di Bellaria continuerò la narrazione

La Sibilla Cumana

Ho veduto virgulti

spegnersi a un sommo d’intima dolcezza

quasi per ridondanza di messaggi

e disciogliersi labbra

a lungo stemperate dalla voce,

nell’urlo, quasi, della propria vita;

vuota di sè ho scrutata la pupilla,

impoverito il trepido magnete

che attirava in delirio le figure.

Così, sopra una forma già distesa

nel certo abbraccio dell’intuizione,

crolla la lenta pausa finale

che intossica di morte l’avventura.

Alda Merini – 24 novembre 1951

Condividere

Condividere, far festa. A chi non piace? Questo Quattro di Bastoni mi ricorda quanto è bello avere qualcosa e condividerlo con gli altri, farne motivo di gioia collettiva. In questo mondo dove siamo tutti di corsa, verso una meta che non riusciamo nemmeno a immaginare, ogni tanto fermarsi e condividere i nostri doni con gli altri e le altre è il vero piacere. In fondo siamo tutte e tutti uno, l’allegria della festa ce lo fa ricordare. Emergere, vincere essere i primi, gli invidiati non è una gran felicità. Trovare amici con cui far festa invece lo è. Questa carta annuncia la resurrezione della Pasqua, delle antiche festività primaverili pagane, dove la Natura profuma di nuovo e di bello, e gli umani gioiscono insieme del regalo che ricevono sempre, ogni anno. I fiori, la bellezza, un’altra opportunità.

Quando ebbi finito di raccontare la mia storia alle quaranta dame, alcune di quelle sedute più vicino a me rimasero per farmi compagnia, mentre le altre, vedendo che era notte, si alzarono per andare a cercare delle bugie. Ne portarono una prodigiosa quantità, che sostituirono a meraviglia la luce del giorno; ma le disposero con tale simmetria da non farcene desiderare di meno. Altre dame prepararono una tavola piena di frutta secca, confetture e altri cibi adatti a far bere, disponendo sopra una credenza parecchie qualità di vini e di liquori; infine ne apparvero altre con strumenti musicali. Quando fu tutto pronto, m’invitarono a mettermi a tavola. Le dame vi si sedettero con me e vi restammo abbastanza a lungo. Quelle che dovevano sonare gli strumenti e accompagnarli con le loro voci si alzarono e diedero un bel concerto. Le altre iniziarono una specie di danza, e danzarono a due a due, le une dopo le altre, con la migliore grazia del mondo.

Le mille e una notte -Storia del terzo calender

Non dormire sugli allori!

Ah, è bastato saltare un giorno ed ecco che i Tarocchi mi rimproverano!!! Non dormire sugli allori! Il Quattro di Spade rappresenta la tomba di un soldato. E’ onorato da tutti, il suo sarcofago è ornato della sua spada da combattimento, ed è chiaro che si tratta di un eroe. Un eroe morto, però, le sue gesta appartengono al passato. Possiamo riconoscere il suo valore, è stato bravo. Ma è passato, e ora questa carta mi dice che devo svegliarmi, e ricominciare tutto daccapo. Va bene, ci sto un’altra volta, mi metterò a disposizione delle correnti del fiume della vita, che ultimamente mi hanno sbatacchiato non poco, con mia grande soddisfazione, lo ammetto, anche se mi sento ammaccata. Non posso pensarci sopra, vado avanti.

L’eroe, conclusa la propria ricerca con la penetrazione nella fonte, o per mezzo della grazia di qualche personificazione maschile o femminile, umana o animale, deve far ritorno con il suo trofeo rinnovatore della vita. La legge del monomito, il ciclo completo, esigono chel’eroe inizi ora la fatica di portare le rune della saggezza, il Vello d’oro, o la sua principessa addormentata fra gli esseri umani, dove il dono ricevuto potrà contribuire a rinnovare la comunità, la nazione, il pianeta o i diecimila mondi.

Joseph Cambell – L’eroe dai mille volti