Terra!!!

Una carta d’acqua e di cielo per raccontare l’orizzonte di una nuova terra che intravedo. La carta n. XVII, Le Stelle, indica il cammino per la pace dell’anima. Dopo tanto cercare al buio, finalmente appare nel cielo la stella polare, e so dov’è il nord. Da questo momento so dove devo dirigermi. Magari è tutto sbagliato, magari sono vittima di un abbaglio. Meglio così, almeno mi muovo, cammino. La barca vacilla, il mare a tratti è grosso. Non ci sono garanzie di riuscita, e forse non è nemmeno quella la giusta strada. Sarà un nuovo esperimento, difficile, pauroso, molto eccitante. Si chiama libertà.

“Qui si prepara la grande fatica e la prova suprema dell’anima. Perché le anime che sono chiamate immortali, quando sian giunte al sommo della volta celeste, si spandono fuori e si librano sopra il dorso del cielo: e l’orbitare del cielo le trae attorno, così librate, ed esse contemplano quanto sta fuori del cielo”.

Platone – Fedro

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Il cerchio perfetto

Ci sono giorni in cui si sente che un ciclo di vita è compiuto, che si è nell’ordine perfetto del cosmos, come in questa carta XXI, Il Mondo. Be’, oggi per me è stato uno di quei giorni. Ho fatto un passo indietro per un verso, e un passo in avanti per un altro. Diciamo che ho seguito il consiglio della Giustizia, che ho pescato l’altra sera. Adesso mi sento pronta per un nuovo cammino, e la prima mossa l’ho fatta riconoscendo ciò che veramente alberga in me. Si è aperta la visuale, vedo di più, più largo, e sento che se voglio posso. Certamente il percorso è a ostacoli, ma quanto è bello imparare ogni volta a saltarli e rinforzare i muscoli? La pace sia con me, ho seguito la mia volontà e per il momento mi godo una piccola vacanza. Negli ultimi mesi ho faticato molto e ho voglia di riposare. Certamente questo non è che un piccolo passo, nella mia vita, ma la condisce di totalità, intensità e passione.

Trovai un fiore di campo, ammirai la bellezza e la perfezione di tutte le sue parti, ed esclamai: “Ma tutta questa magnificienza, in questo fiore e in migliaia di fiori simili, splende e fiorisce non contemplata da alcuno, anzi spesso nessun occhio la vede”. Il fiore rispose: “Stolto! Tu credi che io fiorisca per essere visto? Io fiorisco per me e non per gli altri, fiorisco perché questo mi piace: nel fatto che fiorisco e sono consiste appunto la mia gioia e la mia voluttà”.

Arthur Shopenhauer

La bilancia e la spada

Una giornata interlocutoria, in cui ho avuto modo di trascorrere momenti piacevoli, sentire il corpo stanco e dargli il giusto riposo. Con serenità, con tranquillità. La Giustizia oggi è per me l’assestamento, il rendere fondamentale nelle mie azioni quello che nei giorni scorsi ho compreso. La carta n. XI rappresenta la virtù del giusto posto nel mondo, delle scelte consapevoli, del prendersi il proprio tempo prima di dire sì o no. Vuol dire rispetto del mio sentire, vuol dire amare gli altri ma non aver bisogno della loro approvazione a tutti i costi. Guardo con benevolenza, soppeso e, se necessario, con grande gentilezza me ne vado. Ho bisogno di essere felice, vado in quella direzione, perlomeno. Mi è chiaro che non ho più tempo da perdere in quisquilie.

L’espansione della coscienza che voi avete realizzato, o piuttosto avete tentato di realizzare, nella seconda metà degli anni Sessanta era basata sull’individuo, e per questo è stata un fallimento totale. Se si cerca di espandere la coscienza senza cambiare la qualità e la quantità degli individui, ciò che si trova alla fine del percorso è necessariamente la delusione. Quando parlo di mediocrità, intendo proprio questo. Ma lasciamo perdere, inutile sprecare fiato aa spiegarle cose che non può comprendere. Nè io ho la pretesa di essere capito. Mi sto solo sforzando di parlarle sinceramente“.

Murakami Haruki – Nel segno della pecora

Alla sorgente

Finalmente mi sono tuffata in profondità, e, guarda un po’, ho trovato questo Asso di Coppe, la sorgente dell’amore. Ci son stati ostacoli da superare, ma è stato molto interessante. Prima di tutto i pensieri che mi accompagnano da una vita, giudizi su di me, vergogna, senso di inadeguatezza. Per la prima volta ho guardato negli occhi questi miei compagni “guastatori”, senza credere a una parola di quello che mi stavano dicendo. Ho capito che la superficialità arriva quando non ho voglia di affrontare quello strato di crudeltà verso me stessa che conosco così bene. E’ doloroso. Poi ho compreso che quei pensieri cattivi erano un escamotage della mente per distogliermi dalla bellezza e dall’amore. Allora ho alzato la testa, ho fissato lo sguardo sui mostri, e se ne sono andati. Mi è rimasto fra le mani e negli occhi quel senso di tenerezza che sto scoprendo negli ultimi giorni; mi ero dimenticata quale balsamo per l’anima possa essere guardare al mondo con il cuore.

11. TTAI – LA PACE 

sopra Kkunn, il Ricettivo, la Terra

sotto Kkienn, il Creativo, il Cielo

Il ricettivo, il cui moto cala verso il basso, si trova sopra; il creativo, il cui moto ascende verso l’alto, si trova sotto. Le loro influenze quindi s’incontrano, e stanno in armonia, così che tutti gli esseri fioriscono e prosperano. Il segno è coordinato al primo mese (febbraio-marzo), nel quale le forze della natura preparano la novella primavera. 

LA SENTENZA

La pace. Il piccolo se ne va, il grande se ne viene.
Salute! 
Riuscita!

L ‘IMMAGINE 

Cielo e terra si congiungono:
L ‘immagine della pace. 
Così il sovrano divide e compie
Il corso di cielo e terra, 
Amministra ed ordina i doni di cielo e terra,
E così assiste il popolo. 

I-King

Approfondire

Mi manca la profondità. Rimango in superficie. Questo Due di Spade forse mi sta rivelando la soluzione dell’enigma. Il dualismo, l’essere divisa e condivisa fra mondi diversi, mi fa sentire spaesata. Per questo non posso tuffarmi nel profondo, ma, allo stesso tempo, non voglio rinunciare a nessuno dei mie mondi, li amo tutti. Sono quindi qui, in questa fase di stasi in attesa di una rivelazione. Mi sento incapace a muovermi in un senso o in un altro, e nel frattempo faccio cose normali, rispondo alle richieste che mi vengono fatte, non scelgo, non agisco. Però è successo qualcosa, il mio quotidiano non mi basta più. Ci saranno tempi di maturazione, occorre aspettare. Intanto il mio cielo è nebbioso, la luna mi guarda e sorride, il mare è anche troppo calmo.

Se un’anima è nata con le ali,

cos’è per lei il palazzo e cos’è la capanna!

Cos’è Gengis Khan per le – e cos’è -l’Orda!

Due nemici ho io a questo mondo,

due gemelli – indissolubilmente fusi:

la fame degli affamati – e la sazietà dei sazi.

Marina I. Cvetaeva

Tornare dalle vacanze

C’era un altro mondo, fino a un giorno fa, nei miei occhi. Tanta luce, tanto bosco, una visione diversa. Concedo al mio spirito di sentirsi in posizione di difesa nei confronti del paesaggio che ho ritrovato, rimasto uguale a come l’avevo lasciato. Mi accompagna questo Sette di Bastoni, con la sua lotta verso i doveri, le solite difficoltà da affrontare. Sono, come questo giovane, sul ciglio di un burrone e ho preso un bastone per tenere lontane sei diverse fonti di problemi. Chissà cos’è quel bastone, simbolo di vita e di forza. Che sia tutto il bene che mi ha nutrito durante la vacanza? Lo sguardo è accigliato, ma è normale, bisogna imparare a rimanere morbidi, a farsi attraversare dalle onde senza opporre resistenza. Questa carta mi suggerisce questo, di appoggiare il mio bastone e godermi il panorama. Le onde vanno, le onde vengono, basta lasciarsi portare e sitting silently the grass grows by itself.

“Tu, mamma! ma se non ti ho mai vista arrabbiata!” e per un attimo per Jo la sorpresa fu più forte del rimorso. “Sono quarant’anni che mi sforzo di correggermi e sono riuscita solo a dominarmi. Non passa giorno che io non mi arrabbi, Jo, ma ho imparato a non darlo a vedere e spero ancora di imparare a non arrabbiarmi anche se magari ci vorranno altri quarant’anni”. “Mamma quando qualche volta stringi forte la bocca e esci dalla stanza vuol dire che sei arrabbiata? Come, per esempio, quando zia March attacca con i suoi rimproveri o qualcun altro ti secca?” le chiese Jo sentendosi più che mai vicina alla madre e legata a lei. “Sì, e ho imparato a trattenere le parole sventate che mi salgono alla labbra in quei momenti, cosicché, quando mi accorgo che stanno per uscire contro la mia volontà, non faccio altro che ritirarmi per un minuto, per rimproverarmi della mia debolezza e meschinità” rispose Mrs March con un sospiro e un sorriso, mentre ravviava e raccoglieva in una treccia i capelli arruffati di Jo.

Louisa May Alcott – Piccole donne

Gentile e inaspettato

Con tutta la tua innocenza e semplicità arrivi davanti a i miei occhi, Fante di Coppe. In mano hai il simbolo delle emozioni, e la tua coppa è talmente piena d’acqua che perfino un pesciolino può sguazzarci allegramente. Non mi offri solo l’emozione, mi offri anche la vita che può viverci dentro. Che bella immagine, questa Carta di Corte mi regala una luce. In questo tempo caotico, dove non c’è speranza ma ci sono tante aspettative, incontro spesso persone, per lo più giovani, che hanno questa energia. Semplicità e curiosità per il cambiamento che il mondo sta attraversando. Nessuno sa dove andremo a finire, ma c’è tanta innocenza e tanta voglia di vivere. I ragazzi e le ragazze non c’entrano nulla con il mondo che abbiamo costruito noi, e lo sanno bene. Stanno cercando di fare il loro, e io faccio il tifo.

Girai la testa. Stavo disteso sulla terra morbida, in una cavità tra i cespugli di ginestra. Erano carichi di fiori dorati, dal profumo dolce, fiamme chiamate alla vita dalla primavera. Accanto a me stava inginocchiato un ragazzo. Aveva forse dodici anni, sporco, con i capelli arruffati e vestito di ruvida stoffa marrone; il suo mantello, fatto di pelli grossolanamente cucite assieme, era strappato in più punti. In mano teneva un bastone. Indipendentemente dal suo odore, era facile intuirne il mestiere perché lì attorno c’era il suo gregge di capre che brucava tra le ginestre i giovani germogli verdi. Quando mi mossi, saltò subito in piedi e indietreggiò un poco scrutandomi, tra diffidente e speranzoso, attraverso lo sporco groviglio del suo ciuffo di capelli. Dunque, non mi aveva ancora derubato. Studiai il pesante bastone che aveva in mano chiedendomi stancamente, nell’intontimento del dolore, se sarei riuscito a difendermi da quel ragazzino. Ma pareva che le sue speranze puntassero solo su una ricompensa. Indicava qualcosa che non potevo vedere, oltre i cespugli. “Ho preso il vostro cavallo. E’ legato laggiù. Vi credevo morto”.

Mary Stewart – Le grotte nelle montagne

Ora facciamo lo zaino!

Vedo le vacanze svolazzare davanti agli occhi, come tante sirene incantatrici. Oggi è stata proprio la giornata della carta n. VII, Il Carro, sento che sto scaldando i motori per la partenza. C’è qualcosa in più, oltre alle vacanze, però, che mi chiama lontano dal punto in cui sono ora. Ad essere onesta, qualcosa è finito, dentro di me. Non mi è ancora chiaro del tutto il processo, perché lo sto vivendo in questi giorni, ma c’è qualcosa di nuovo davanti a me. Aspetto quindi queste vacanze per chiarire le idee, avere nuovi spunti di riflessione e nuove gioie da vivere. C’è un nuovo quotidiano che mi aspetta, nuove sfide e certamente lascerò alle mie spalle la città, con tutte le sue strutture, le costruzioni che sono protezione ma anche prigione. Insomma, non so se si tradurrà in uno spostamento fisico, non so ancora niente. Ma sento il richiamo pericoloso dell’avventura, l’odore di selvatico che mi attira verso terre sconosciute.

ll Carro si presenta quale arcano luminoso: è il veicolo su cui viaggiamo, è legato alla nostra ambizione,alla positività dell’azione intrapresa, alla fiducia nelle nostre qualità e capacità. Chiude la prima fase dell’avventura degli Arcani, dove abbiamo ricevuto gli insegnamenti e i doni che ci permettono di abitare la società; si avvia verso i pericoli dell’anima stessa – perché la sua strada si snoderà all’esterno quanto all’interno.

Francesca Matteoni – dal Matto al Mondo

Il frutto della conoscenza

Camminando per le strade del mondo ti devi sporcare,la polvere e il fango sono dappertutto. Così quando decidi di avventurarti e entrare nella vita non puoi fare a meno di essere cattiva, disubbidiente, dispotica e arrogante. Perchè è così che si impara a vivere e questa carta n. VI, Gli Amanti, stasera mi regala questa comprensione. Ho voglia di abbracciare tutte le volte che mi sono vergognata, tutte le volte che mi sono pentita, tutte le volte che sono fuggita e non ho affrontato le cose con responsabilità. Mi piaccio quando sbaglio, quando non mi vesto bene; sono umana, sono piena di limiti, e nonostante questo continuo ostinatamente a vivere e a cercare. In fondo, poi, l’allegria non mi manca, e tutti questi casini mi hanno fatto ridere a crepapelle, dopo.

Il formaggio fuso per la fonduta non era così saporito come aveva sperato. I suoi sette amici stavano solo giocherellando con le forchette dal lungo manico. Rotolavano i loro cubetti di pane dentro il caquelon con scarso appetito. Avrebbe dovuto usare un formaggio da cucina, o aggiungere pezzi di gorgonzola, o spendere un po’ di più per acquistare del groviera o dell’emmental. Il formaggio trattato che aveva preferito si scioglieva in fretta, ma si scomponeva al calore del minuscolo fornellino da tavolo. Si emulsionava come olio di scarico nell’acqua. La mistura aveva prodotto una pellicina grassa ben poco invitante. Era stato un errore, anche, abbandonare la tradizionale e generosa dose di kirsch in favore del vino da cucina. Cosa avrebbe potuto fare a quel punto per salvare la cena? Doveva esserle sembrata una buona idea – con tanto nervosismo e irritazione intorno alla tavola – fare un gioco che non solo nessuno aveva mai sperimentato, ma di cui nessuno aveva mai sentito parlare: il Fonduta Strip.

Jim Crace – La dispensa del diavolo