
E’ estate, e la mia vita scorre, mi scuso con le mie lettrici e i miei lettori se qualche giorno non mi trova pronta a scrivere novità. Nel frattempo, come dicevo, la vita va avanti e ieri sera mi è capitato di andare al cinema. Il film si chiamava Momenti di trascurabile felicità, tratto da un libro di Francesco Piccolo. Ecco, a quella visione vorrei dedicare questa bellissima Regina di Denari, che, come me, ha trovato un tesoro. Sono stata colpita da una consapevolezza forte, dopo il film. Ci sono amori che ci sembrano scontati, ci sono attimi di condivisione e di piacere nello stare insieme agli altri ai quali non diamo il valore reale. Non importa cercare quello che non c’è, la cosa importante è fare con quello che si ha, e farlo al meglio. Sì perché questa è la nostra vita, e ogni attimo perso nell’inconsapevolezza è perduto per sempre. Qui, ora, felice di esserci e felice di fare con quello che c’è.
Lui si accese di colpo. Era il suo dono, il suo difetto, il suo destino. “Amato” ripetè,”vedo bene che fu così”. I loro occhi si incontrarono;o piuttosto si scontrarono, perché ognuno avvertì dietro gli occhi dell’altro che l’essere segregato che aspettava nell’oscurità, mentre il suo agile compagno superficiale sbraitava e si agitava e teneva la scena, si era levato improvvisamente; aveva gettato il mantello e sfidava l’altro. Era allarmante, era terribile. Erano vecchi e bruniti fino a una levigatezza traslucida, tanto che Roderick Serle poteva andare a una dozzina di feste a stagione, forse, senza provare niente di particolare, o solo rimpianti sentimentali, e il desiderio di belle immagini, come quella del ciliegio in fiore. E tutto il tempo ristagnava in lui, apatica, una sorta di superiorità rispetto ai suoi interlocutori, un senso di risorse non sfruttate, che lo rimandavano a casa insoddisfatto della vita, di se stesso, sbadigliante, vuoto, capriccioso. Ma adesso ecco, del tutto improvvisamente, come una bianca folgore nella nebbia (ma quest’immagine si forgiò e si mostrò con l’inevitabilità di un lampo), ecco era successo; la vecchia estasi della vita; il suo assalto invincibile; perché era sgradevole, e nello stesso tempo rallegrava e ringiovaniva e riempiva le vene e i nervi di fili di ghiaccio e di fuoco; ed era spaventosa.
Virginia Woolf – Uniti e divisi