Svegliaaaa!

Ci sono giorni nei quali finalmente si trova una via fuori dall’atmosfera che appesantisce l’anima. Eh sì, perché nell’ultimo periodo il mio stato d’animo è stato un po’ offuscato da vicissitudini varie, ma oggi ho detto Basta! Finalmente è arrivata la sveglia che aspettavo e questo arcano n. XX, Il Giudizio, conferma questo mio pensiero. Non è necessario rimanere dove non mi sento più felice, dove invece di caricarmi di energia mi sento spossata. Si cambia. E’ chiaro, che si cambia. Un nuovo progetto, nuova linfa per nutrire i miei giorni. Vado per la mia strada e arrivederci a chi confonde la mia vita. So che posso permettermi di lanciare di nuovo i dadi, e vedere cosa mi arriva indietro. Quindi è così, è deciso. Si cambia.

CHANGES

(Bowie)

I still don’t know what I was waiting for
And my time was running wild
A million dead-end streets and
Every time I thought I’d got it made
It seemed the taste was not so sweet
So I turned myself to face me
But I’ve never caught a glimpse
Of how the others must see the faker
I’m much too fast to take that test

Ch-ch-ch-ch-Changes
(Turn and face the strange)
Ch-ch-Changes
Don’t wanna be a richer man
Ch-ch-ch-ch-Changes
(Turn and face the strange)
Ch-ch-Changes
Just gonna have to be a different man
Time may change me
But I can’t trace time

I watch the ripples change their size
But never leave the stream
Of warm impermanence and
So the days float through my eyes
But still the days seem the same
And these children that you spit on
As they try to change their worlds
Are immune to your consultations
They’re quite aware of what they’re going through

Ch-ch-ch-ch-Changes
(Turn and face the strange)
Ch-ch-Changes
Don’t tell them to grow up and out of it
Ch-ch-ch-ch-Changes
(Turn and face the strange)
Ch-ch-Changes
Where’s your shame
You’ve left us up to our necks in it
Time may change me
But you can’t trace time

Strange fascination, fascinating me
Changes are taking the pace I’m going through

Ch-ch-ch-ch-Changes
(Turn and face the strange)
Ch-ch-Changes
Oh, look out you rock ‘n rollers
Ch-ch-ch-ch-Changes
(Turn and face the strang)
Ch-ch-Changes
Pretty soon you’re gonna get a little older
Time may change me
But I can’t trace time
I said that time may change me
But I can’t trace time

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Il passato non dimentica

carta n. XX – Il Giudizio

Ieri abbandonavo le cose belle incontrate nel cammino, che ora non ci sono più. Oggi, con la carta n. XX, Il Giudizio, invece mi trovo a dover fare i conti con le cose che mi piacciono meno, quello che non affronto. Nella mia storia ci sono situazioni che rifiuto, per le quali la tentazione di rinnegare è forte. Ogni volta che rimando, che fingo che non sia vero niente, però, con potenza il presente mi ripropone gli stessi problemi. Che fare, allora? Quando succede c’è poco da fare e tutto da vivere. Allora ripenso ai miei fallimenti, non quelli che mi hanno aiutato a diventare più forte, a quelli che sono ancora lì, che mi guardano e ridono beffardi. Soffro e non reagisco, a meno che non sia costretta. Mi aspettano incontri fra un pettine e nodi dolorosi, ma non sarà nè la prima nè l’ultima volta. A domani.

Tre metamorfosi io vi nomino dello spirito: come lo spirito diventa cammello, e il cammello leone, e infine il leone fanciullo.

Molte cose pesanti vi sono per lo spirito, lo spirito forte e paziente nel quale abita la venerazione: la sua forza anela verso le cose pesanti, piú difficili a portare. Che cosa è gravoso? domanda lo spirito paziente e piega le ginocchia, come il cammello, e vuol essere ben caricato. Qual è la cosa piú gravosa da portare, eroi? cosí chiede lo spirito paziente, affinché io la prenda su di me e possa rallegrarmi della mia robustezza. Non è forse questo: umiliarsi per far male alla propria alterigia? Far rilucere la propria follia per deridere la propria saggezza? Oppure è: separarsi dalla propria causa quando essa celebra la sua vittoria? Salire sulle cime dei monti per tentare il tentatore? Oppure è: nutrirsi delle ghiande e dell’erba della conoscenza e a causa della verità soffrire la fame dell’anima? Oppure è: essere ammalato e mandare a casa coloro che vogliono consolarti, e invece fare amicizia coi sordi, che mai odono ciò che tu vuoi? Oppure è: scendere nell’acqua sporca, purché sia l’acqua della verità, senza respingere rane fredde o caldi rospi? Oppure è: amare quelli che ci disprezzano e porgere la mano allo spettro quando ci vuol fare paura? Tutte queste cose, le piú gravose da portare, lo spirito paziente prende su di sé: come il cammello che corre in fretta nel deserto sotto il suo carico, cosí corre anche lui nel suo deserto.

Ma là dove il deserto è piú solitario avviene la seconda metamorfosi: qui lo spirito diventa leone, egli vuol come preda la sua libertà ed essere signore nel proprio deserto. Qui cerca il suo ultimo signore: il nemico di lui e del suo ultimo dio vuol egli diventare, con il grande drago vuol egli combattere per la vittoria. Chi è il grande drago, che lo spirito non vuol piú chiamare signore e dio? “Tu devi” si chiama il grande drago. Ma lo spirito del leone dice “io voglio”. “Tu devi” gli sbarra il cammino, un rettile dalle squame scintillanti come l’oro, e su ogni squama splende a lettere d’oro “tu devi!”. Valori millenari rilucono su queste squame e cosí parla il piú possente dei draghi: “tutti i valori delle cose – risplendono su di me”. “Tutti i valori sono già stati creati, e io sono – ogni valore creato. In verità non ha da essere piú alcun “io voglio!””. Cosí parla il drago. Fratelli, perché il leone è necessario allo spirito? Perché non basta la bestia da soma, che a tutto rinuncia ed è piena di venerazione? Creare valori nuovi – di ciò il leone non è ancora capace: ma crearsi la libertà per una nuova creazione – di questo è capace la potenza del leone. Crearsi la libertà e un no sacro anche verso il dovere: per questo, fratelli, è necessario il leone.

Prendersi il diritto per valori nuovi – questo è il piú terribile atto di prendere, per uno spirito paziente e venerante. In verità è un depredare per lui e il compito di una bestia da preda. Un tempo egli amava come la cosa piú sacra il “tu devi”: ora è costretto a trovare illusione e arbitrio anche nelle cose piú sacre, per predar via libertà dal suo amore: per questa rapina occorre il leone. Ma ditemi, fratelli, che cosa sa fare il fanciullo, che neppure il leone era in grado di fare? Perché il leone rapace deve anche diventare un fanciullo? Innocenza è il fanciullo e oblio, un nuovo inizio, un giuoco, una ruota ruotante da sola, un primo moto, un sacro dire di sí. Sí, per il giuoco della creazione, fratelli, occorre un sacro dire di sí: ora lo spirito vuole la sua volontà, il perduto per il mondo conquista per sé il suo mondo. Tre metamorfosi vi ho nominato dello spirito: come lo spirito divenne cammello, leone il cammello, e infine il leone fanciullo.

F. Nietzsche – Cosí parlò Zarathustra