Su e giù, avanti e indietro

A volte mi domando a cosa serve tutto questo fare, continuamente inventarsi nuovi progetti, insomma essere come un vulcano in eruzione permanente. Non posso fare a meno di essere impaziente, di vedere realizzato il mio desiderio profondo. Ecco che arriva la carta n. XIV, La Temperanza, a ricordarmi dove sono: al momento ho lasciato veleggiando la sponda di casa, ma non sto ancora vedendo la sponda della nuova terra di approdo. Oggi, intorno a me, c’è tanto mare, tanto azzurro, nessun appiglio. Mi devo quindi armare di pazienza e di fiducia nell’esistenza, sapendo che ogni cosa che accade è la migliore che possa accadere.

Seduto, risolte le miriadi di differenze, tutte le porte aperte.

In questo luogo tranquillo seguo la mia natura, qualunque essa sia.

Lontano dai cento fiori vago liberamente,

il dirupo che s’innalza – la mia stanza di meditazione

(Con l’alzarsi della luna, la mia mente è immobile).

Seduto su questo gelido sedile, non sogno più la fama.

La foresta, la montagna seguono le loro vie antiche,

E nel lungo giorno primaverile, neppure l’ombra di un uccello.

Reizan

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