Conservare l’energia

In questi ultimi giorni mi torna alla mente una frase che mi fu rivolta, tanti anni fa, dalla mia tutor alla Osho Mistery School, dove avevo intrapreso un percorso di crescita. Ero molto emozionata di questa nuova fase della mia vita, e con lei parlavo molto, ero molto eccitata. A un certo punto mi disse: “Ecco, vedi dove disperdi l’energia? Con tutte queste parole non hai nemmeno il tempo di sentire cosa vuoi veramente dire”. Non so che senso avesse per lei dirmi queste cose, ma per me ascoltarle ne ha avuto molto. Questo Quattro di Denari oggi mi ricorda quel momento, e mi aiuta a non sprecare parole, ma ad ascoltare in silenzio. Il momento è prezioso, e non mi sembra che condividere, in questa fase, per me significhi parlare con le persone. Sento invece che aprire uno spazio di silenzio aiuta il cuore a fiorire, e a fiorire insieme. Si è aperto uno scorcio per un nuovo punto di vista, e non me lo lascerò scappare.

Trenta raggi convergono sul mozzo, ma è il foro centrale che rende utile la ruota. Plasmiamo la creta per formare un recipiente, ma è il vuoto centrale che rende utile un recipiente. Ritagliamo porte e finestre nella pareti di una stanza: sono queste aperture che rendono utile una stanza. Perciò il pieno ha una sua funzione, ma l’utilità essenziale appartiene al vuoto.

Lao Tzu

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Il passato è passato

Prendere questi Dieci Bastoni, disporli per fare un falò e prendere il fuoco per farli bruciare ormai non mi costa nulla. Questa carta stasera conferma il percorso che avevo intravisto anche nelle sere appena trascorse. Non ci sono più lacci e lacciuoli che mi legano, rimane il cuore pulsante dell’affetto e la nostalgia delle cose perdute. Ma sento l’aria sulla faccia, come quando si va in bicicletta o si corre, e me la sto godendo tutta. C’erano dei limiti e ora non ci sono più. E sono molto grata alle barriere che mi hanno protetto, dovevo pulire la mia energia da molte fatiche. Ora per magia è arrivata la grazia del perdono, e con lei la vita si è fatta più leggera. Le protezioni non hanno più ragione d’essere, e il passato è perdonato. Diciamo che sono pronta, quando si parte?

Perché l’amore mi si offrì e io mi ritrassi dal suo inganno;

il dolore bussò alla mia porta, e io ebbi paura;

l’ambizione mi chiamò, ma io temetti gli imprevisti.

Malgrado tutto avevo fame di un significato nella vita.

E adesso so che bisogna alzare le vele

e prendere i venti del destino,

dovunque spingano la barca.

Edgar Lee Masters – Antologia di Spoon River

Terra, germogli, odore di erba bagnata

Dopo tanta siccità ecco arrivare la pioggia vivificante. Sentiamo finalmente l’odore della terra, e la fatica del cammino sta per essere ricompensata dal ritorno a casa. Il Sei di Bastoni viene dopo le scaramucce del Cinque di Bastoni, siamo tutti uniti, in grande spolvero per l’incontro con i nostri amici e parenti. Siamo trionfanti, il passato è passato, non ci ricordiamo nemmeno più dei momenti difficili, perché ce l’abbiamo fatta. Ecco, stasera mi sento un po’ così, come una che ha superato il punto più alto del passo e ora sta andando a valle, in discesa. Nei giorni scorsi qualcosa si è cristallizzato dentro, ci sono nuove consapevolezze, nuovi orizzonti da guardare, so che è arrivato il momento di andare. Sto preparando il mio bagaglio di sogni e riordinando le idee. Così, fino alla fine, sempre.

L’effetto della vittoriosa avventura dell’eroe è di far fluire nuovamente la vita nel corpo del mondo. Il miracolo di questo flusso può essere presentato in termini fisici come una circolazione di cibo, dinamicamente come una corrente di energia. Queste diverse immagini si alternano con facilità e rappresentano i tre gradi di condensazione di un’unica forza vitale . Un raccolto abbondante è il segno della grazia di Dio; la grazia di Dio è il cibo dell’anima; il lampo e il fulmine sono prodromi della benefica pioggia, e allo stesso tempo la manifestazione della liberata energia di Dio.

Joseph Campbell – L’eroe dai mille volti

Scambio di idee

Questa passeggiata fra amici era iniziata fra scherzi e risate, i bastoni erano utili per aiutarci nel cammino. Poi, parlando, discutendo, ecco, siamo arrivati a questo Cinque di Bastoni! Non ne vogliamo sapere di ascoltarci l’un l’altro, abbiamo cominciato a urlare. Ognuno cercava la sua soggettività, e aveva bisogno di credere di essere in lotta con quella degli altri. A un certo punto, però, abbiamo buttato i Cinque Bastoni per terra e ci siamo messi a ridere, rotolandoci fra i covoni di fieno. Essere insieme è bellissimo, ed è bellissimo cercare il proprio unico dono da lasciare al mondo. Non c’è soluzione, perché entrambe le vie sono onorevoli e degne di essere vissute. Ogni tanto fa bene scambiare le idee con gli altri, pulisce i pensieri stagnanti; non c’è nemmeno bisogno di trovare un’idea comune, perché ogni idea è bella in se stessa. Allora divertiamoci a scaldare gli animi, difendiamo con passione il nostro punto di vista. Poi facciamoci una bella risata, perché il nostro piccolo ego non è poi così importante.

“I politici ed i preti di tutte le religioni, i governanti e le burocrazie – stanno tutti creando molto fango. Ora dobbiamo far crescere fiori di loto. Non c’è bisogno di annegare nel loro fango. Devi seminare semi di loto.”

Osho – The razor’s edge

Pulita e decisa

Oggi è stata una giornata di ozio, una domenica di pulizie interiori. Ho lasciato che la polvere degli avvenimenti della settimana appena trascorsa si depositasse, per far emergere ciò che rimaneva di vero. Tolta la confusione e la nebbia provocata dai mille movimenti dentro e fuori, su e giù, destra e sinistra, è rimasto questo, l’Asso di Spade. Il cielo è grigio, non ci sono tanti appigli a cui aggrapparsi, ma c’è una volontà indomita dentro. E’ più forte della pigrizia, è più forte della prigione dorata che quotidianamente mi invita ad entrare con un sorriso sornione. Non c’è molto da fare, devo semplicemente seguire quello che desidero davvero. E se durante le mie giornate mi ritrovo in luoghi che non mi appartengono, che non amo con tutto il cuore, farò in modo di non tornarci più. Se mi trovo con persone con cui non sono totalmente me stessa, farò in modo di non vederle più. E’ semplice, basta che io percorra il mio cammino.

Potessi solo correre infinitamente
Come l’ape del campo
E visitare solo chi volessi
Senza che nessuno visitasse me
E corteggiare tutto il giorno ranuncoli
E sposare che mi va
e abitare un po’ dovunque
o meglio darmela a gambe
senza polizia alle calcagna
o inseguire lei se lo fa
finché saltasse penisole
per sfuggire alla mia caccia –
Dico “Fossi solo un’ape”
Su una zattera d’aria
E remassi nel nulla tutto il giorno
E ancorassi “oltre la barra”
Che libertà! Così pensa il prigioniero
Segreto nella cella sotterranea.

Emily Dickinson – Poesie

Che sorpresa!

Ohibò, non me l’aspettavo proprio, questa carta, la n. XIX, Il Sole. Stasera mi sento nostalgica, e il mondo corre troppo in fretta per i miei gusti, in questo periodo. Gli eventi si succedono senza soluzione di continuità, e a volte desidero fermarmi e semplicemente respirare. Questo arcano però racconta molto di più del respirare, racconta di gioia, di gioco e risate. Immagino sempre questo bimbo che, appena sveglio, sale sul suo cavallino e trotta insieme a lui, poi fa un bagno nel mare azzurro e salato che c’è proprio dietro il muretto coi girasoli. Dopo va sulla terrazza della casa, e mangia ricotta e fichi per colazione. Entrare nella corporeità, vivere appieno l’ esistenza animale, con semplicità e allegria, questa è la narrazione del Sole. Bene, attendo gli eventi speranzosa, anche se mi sta sorgendo il sospetto che devo fare qualcosa di diverso, per sentirmi così. Mi verrà in mente il prossimo passo, al momento questa visione mi piace molto, e mi basta sapere dove voglio andare.

Ma chi mette a profitto ogni istante della sua vita, chi dispone di ogni giorno come della vita intera, non desidera né teme il domani. Quale nuovo piacere potrebbe infatti portargli un’ora in più? Tutto gli è noto, tutto ha gustato a sazietà. Quanto al resto, disponga pure la sorte come vorrà: la sua vita è ormai al sicuro. Le si può aggiungere, ma non certo togliere qualcosa. E aggiungere alla maniera di chi, beato e satollo, non desidera più altro cibo, anche se quello che arriva non lo rifiuta.

Lucio Anneo Seneca – La brevità della vita

Una sentenza inappelabile

Buonasera, Carta Senza Nome, arcano n. XIII, tra gli arcani maggiori il più temuto. Ecco La Morte che fa il suo ingresso, in corazza nera su cavallo rigorosamente bianco. Al suo passaggio non si può non chinare la testa. Mi preannuncia il cambiamento temuto e agognato. Temuto perché perderò qualcosa, di sicuro, e sarò meno ricca, almeno per un po’. Agognato perché non sono capace di sopportare e aspettare che passi, preferisco il movimento. Attendo quindi col cuore aperto le novità in arrivo, senza aspettative positive, so che saranno di mancanza, di vuoto. Non è la prima volta che guardo in faccia questo arcano, mi è successo in moltissimi casi, e ogni volta ne sono uscita arricchita. Dopo un po’. Ora è il momento delle vacche magre, occorre ricordarlo. D’altra parte tutto muta, tranne il cambiamento.

L’avvicinarsi della morte e la morte stessa, il dissolvimento della forma fisica, sono sempre una grande occasione per la realizzazione spirituale. Questa occasione va tragicamente perduta gran parte delle volte, poiché voi vivete in una cultura che è quasi totalmente ignorante della morte, come è quasi totalmente ignorante di ogni cosa che realmente importi.

Ogni portale è un portale di morte, morte del falso sé. Quando lo attraversate, smettete di trarre la vostra identità dalla vostra forma psicologica, creata dalla mente. La morte è un’illusione, così come la vostra identificazione con la forma era illusione. La fine dell’illusione: ecco tutto ciò che è la morte. È dolorosa solo fintanto che voi vi aggrappate all’illusione.

Entrate nell’Adesso dovunque vi troviate.

La vostra Salvezza è uno stato di libertà: dalla paura, dalla sofferenza, da un presunto stato di mancanza e insufficienza e possesso. È libertà dal pensiero compulsivo, dalla negatività, e soprattutto da passato e futuro come bisogno psicologico. La vostra mente vi dice che potete arrivare da qui a lì. Deve succedere qualcosa, oppure voi dovete diventare questo o quello prima di essere liberi e appagati. Vedete il tempo come la salvezza mentre in verità è il più grande ostacolo verso la salvezza. Voi “arrivate” lì rendendovi conto che ci siete già. Per tanto qualunque condizione può essere utilizzata per la salvezza, ma non è necessaria nessuna condizione particolare.

Eckart Tolle -Il potere di adesso

Svegliaaaa!

Ci sono giorni nei quali finalmente si trova una via fuori dall’atmosfera che appesantisce l’anima. Eh sì, perché nell’ultimo periodo il mio stato d’animo è stato un po’ offuscato da vicissitudini varie, ma oggi ho detto Basta! Finalmente è arrivata la sveglia che aspettavo e questo arcano n. XX, Il Giudizio, conferma questo mio pensiero. Non è necessario rimanere dove non mi sento più felice, dove invece di caricarmi di energia mi sento spossata. Si cambia. E’ chiaro, che si cambia. Un nuovo progetto, nuova linfa per nutrire i miei giorni. Vado per la mia strada e arrivederci a chi confonde la mia vita. So che posso permettermi di lanciare di nuovo i dadi, e vedere cosa mi arriva indietro. Quindi è così, è deciso. Si cambia.

CHANGES

(Bowie)

I still don’t know what I was waiting for
And my time was running wild
A million dead-end streets and
Every time I thought I’d got it made
It seemed the taste was not so sweet
So I turned myself to face me
But I’ve never caught a glimpse
Of how the others must see the faker
I’m much too fast to take that test

Ch-ch-ch-ch-Changes
(Turn and face the strange)
Ch-ch-Changes
Don’t wanna be a richer man
Ch-ch-ch-ch-Changes
(Turn and face the strange)
Ch-ch-Changes
Just gonna have to be a different man
Time may change me
But I can’t trace time

I watch the ripples change their size
But never leave the stream
Of warm impermanence and
So the days float through my eyes
But still the days seem the same
And these children that you spit on
As they try to change their worlds
Are immune to your consultations
They’re quite aware of what they’re going through

Ch-ch-ch-ch-Changes
(Turn and face the strange)
Ch-ch-Changes
Don’t tell them to grow up and out of it
Ch-ch-ch-ch-Changes
(Turn and face the strange)
Ch-ch-Changes
Where’s your shame
You’ve left us up to our necks in it
Time may change me
But you can’t trace time

Strange fascination, fascinating me
Changes are taking the pace I’m going through

Ch-ch-ch-ch-Changes
(Turn and face the strange)
Ch-ch-Changes
Oh, look out you rock ‘n rollers
Ch-ch-ch-ch-Changes
(Turn and face the strang)
Ch-ch-Changes
Pretty soon you’re gonna get a little older
Time may change me
But I can’t trace time
I said that time may change me
But I can’t trace time

Ritroviamo il giusto posto

Guardo le relazioni intrecciate, i vecchi schemi che ritornano, tutta la baraonda di sensazioni, emozioni, delusioni, illusioni, entusiasmi che essere al mondo porta con sè. E infatti ecco la carta n. XI, La GIustizia, che stasera mi viene incontro. C’è tanta confusione, nell’ambiente in cui mi muovo, tanti eventi e problemi e poche soluzioni. Ora è il momento di sedermi e guardare dove voglio stare, di non seguire più l’emozione del momento, ma di fermarmi a osservare tutto il turbino che c’è intorno, senza avere fretta, senza rispondere. Ho sufficiente dignità per prendermi il mio tempo, per non sentire la pressione dei bisogni altrui sulle mie spalle. Anzi, finalmente mi concederò il lusso di impugnare la spada, e, dopo aver soppesato le richieste e i discorsi, li peserò sulla bilancia del mio cuore. Se ne varrà la pena, allora darò seguito all’impulso iniziale, e se non sarà ciò che desidero davvero, taglierò ogni legame.

La Borea e il Favonio

Una volta alla Borea venne voglia di prender marito. Andò dal Favonio egli disse:- Don Favonio, vuoi essere il mio sposo? – Il Favonio era un tipo attaccato ai quattrini e le donne non gli andavano a genio. Così, senza tanti complimenti, le disse: – No, Donna Borea, perché non hai neanche un soldo di dote.- La Borea, punta sul vivo, si mise a soffiare con tutte le sue forze, senza fermarsi un minuto, cl rischio di farsi scoppiare i polmoni. Soffiò per tre giorni e tre notti di seguito, e per tre giorni e tre notti nevicò fitto fitto: tutta la campagna, i monti e i villaggi si coprirono di neve. Quando la Borea ebbe finito di stendere il suo argento intorno, disse al Favonio: – Eccoti la mia dote, tu che dicevi che non ne ho! Ti basta? – e andò a riposarsi della fatica di quei tre giorni passati a soffiare. Il Favonio non si fece né in qua né in là. Scrollò le spalle, e si mise a soffiare lui. Soffiò per tre giorni e tre notti, e per tre giorni e tre notti la campagna, i monti e i villaggi restarono sotto un fiato caldo che sciolse fin l’ultimo fiocco di neve. La Borea , dopo che si fu riposata per bene, si svegliò, e vide che della sua dote non restava più nulla. Corse dal Favonio:- Dov’èandata tutta la tua dote, Donna Borea? – la canzonò il Favonio. – allora, mi vuoi ancora per marito? La Borea gli voltò le spalle: – No, Don Favonio,non vorrei mai essere la tua sposa, perché in un giorno sei capace di mandarmi in fumo tutta la dote.

Italo Calvino – Fiabe Italiane

Rilassiamoci. Felici qui e ora

E’ stata una settimana faticosa. A volte non sono stata neppure in grado di far fronte alle richieste che mi venivano dagli altri: la mamma che si lamenta, il lavoro che mi vuole tutta, i problemi delle tubature,la casa allagata. Insomma oggi ho proprio fatto come questo Quattro di Bastoni, mi sono presa un momento di fuga da tutto questo, e con un’amica me ne sono andata al mare. Ahhh, come è facile uscire dallo stress! In realtà è più facile uscirne che entrarci. Basta un pochino di affettività, la Natura che regna sovrana intorno a me, con l’acqua del mare che mi bagna e la sabbia che brucia sulla pelle che scotta. Ecco che torno nella verità, in quella dimensione animale che è come un ricostituente per il mio essere, Tutti questi pensieri sono solo confusione, è il mio corpo che è nel giusto. Quindi danziamo qui e ora con gli amici, con le amiche, e doniamo il fiore dell’amore.

Aristotele ha formulato una definizione molto originale e molto giusta dell’amicizia. Un amico, per l’autore dell’Etica Nicomachea, è qualcuno che ci rende migliori. A contatto con lui ci sentiamo bene, facciamo progressi, diventiamo più intelligenti o più sensibili, ci apriamo a dimensioni del mondo o di noi stessi che prima non conoscevamo. L’amico, secondo Aristotele, è colui che ci consente di attuare le nostre potenzialità; grazie a lui, o meglio, grazie alla relazione che intratteniamo con lui, sviluppiamo realmente, in atto, quei talenti di cui disponevamo solo in potenza.

Charles Pépin – La fiducia in se stessi