
Questa Regina di Bastoni, con in mano il fiore che adegua il suo volto alla traiettoria del sole, e con un gatto nero ai suoi piedi, è l’altra faccia della femminilità. Sembra che agisca solo per il suo tornaconto, ma, in realtà, sa vedere lontano: è la strega. Ciò che di noi femmine ha sempre spaventato l’uomo, a partire dal padre della psicanalisi, Freud, che considerò la donna come un essere misterioso. Cioè, non aveva capito nulla. Siamo misteriose, siamo streghe, sentiamo sulla pelle ciò che non può essere pensato. In più, vediamo lontano, e costruiamo destini. Oggi ho incontrato la mia manager interiore, avevo un sacco di impegni da far coincidere, avevo persone da incontrare e da capire, senza liquidare i sorrisi e le lacrime con una scrollata di spalle. Ho dovuto far ricorso alla sciamana che alberga dentro le mie ossa, e l’ho fatto volentieri. Una lunga esperienza, competenze di vita e di fatica, disillusioni e dolori hanno instillato dentro le fibre la forza. Sono certa che sarà lì fino all’ultimo respiro.
Alla mia povera fragilità
guardi senza sprecar parole.
Tu sei di pietra, ma io canto.
Tu sei un monumento, ma io volo.
Io so che il più tenero maggio
all’occhio dell’Eternità è nulla.
Ma io sono un uccello e non incolparmi
se una facile legge m’è imposta.
Marina I. Cvetaeva – Poesie