
Mi sono accorta che la ricerca non è finita. L’amore per l’avventura è ben rappresentato da questo Sei di Coppe, dove un pellegrino, durante una eclissi di luna, si incammina alla ricerca di qualcosa che gli manca, quella coppa che non c’è. Il mondo fuori è grande, ed è grande anche il mondo dentro.
Sento il bisogno di silenzio, di esplorazioni con tanto tempo e tanto spazio davanti a me. C’è un posto vuoto, assomiglia a un vortice in cui voglio gettarmi e aspettare che sia la corrente a farmi risalire. Ora è la mia anima che deve decidere se fare un salto nel buio oppure trattenersi. Non valgono le analisi psicologiche o filosofiche, è questione di verità profonda. Lo spirito nomade, ancora una volta, prende il sopravvento.
L’impossibilità è la porta verso il sovrannaturale. Si può soltanto bussare, a quella porta. Chi apre è un altro.
Simone Weil – L’ombra e la grazia