L’ultima carta: ricerca.

La parola “ultima” è sempre un po’ forte ma in realtà è così: mancava solo l’Otto di Coppe per completare il mazzo. E stasera l’ho pescato, lo prendo come un augurio. Sì, perché nulla finisce, tutto va e si trasforma. Finita un’avventura si va in cerca, nuovamente, della coppa che manca nella fila superiore, si parte per una nuova esplorazione. La particolarità del cielo e il desiderio che spinge a muoversi rendono tutta l’atmosfera magica e sacra. L’ eclissi occhieggia da lassù, la luna e il sole sono uniti in un abbraccio notturno, e tutto è oscuro, misterioso, fatale. Una nuova fase è alle porte, ho preso il bastone della ricerca e ho stretto i lacci delle scarpe, sono pronta. Ricomincio a guardare dentro e fuori per trovare nuove ispirazioni, nuove idee da condividere. Sarà una bella sfida creare nuovi incantesimi guardando il modo con gli occhi della meraviglia.


Fedele mio tavolo di scrittura!

Grazie per questo, che il tronco

avendomi dato per diventare – tavolo

sei tuttavia rimasto – vivo tronco!

Con il giovane gioco del fogliame

sul sopracciglio, con la viva corteccia,

con le lacrime di resina viva

con radici sino in fondo alla terra!

Marina I. Cvetaeva – Poesie (17 luglio 1933)

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